Parte da qui Tutti i padri di Maria, miniserie in lavorazione tra Trieste e Buenos Aires. Una commedia brillante che prende spunto dal film Tre scapoli e un bebè. Ma che «affronta anche temi più profondi - dice il regista Luca Manfredi in un'intervista al quotidiano il Piccolo - come il difficile rapporto fra due sconosciuti (Banfi e Toffolo) che si detestano in maniera precostituita, basata quindi sul pregiudizio».
O come il problematico rapporto tra padri e figli maschi: i due protagonisti, spiega il regista, hanno entrambi «una cattiva relazione con il proprio figlio. In realtà vorrebbero essere una proiezione in meglio di quanto non siano stati loro stessi».
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E i vigili rimangono sullo sfondo …..anche per fiction
RispondiEliminaRecentemente Rai Uno ha trasmesso la fiction “Tutti i padri di Maria” con Lino Banfi che interpreta un maresciallo dell’Arma in pensione accanto a quello di una guardia giurata. Osservando i dettagli però si è notato sul set, nel ruolo di comparsa per le riprese esterne, un agente della polizia municipale con il classico caschetto bianco intento a presidiare e “vigilare”. L’agente alza le mani, fischia, dirige. Non parla con i cittadini, è riperso sempre di spalle o di tre quarti in secondo piano, non si ferma a chiacchierare o a dare indicazioni. Ecco allora l’ennesima riprova che dalla categoria della polizia locale gli autori e sceneggiatori cine-tv non vogliono (non riescono?) a trarre ispirazione per creare personaggi realistici, genuini e verosimili. Personaggi che, a nostro modesto avviso, potrebbero costituire una valida alternativa a commissari, ispettori, marescialli, sbirri, capitani, squadre e raggruppamenti speciali, investigatori pubblici e privati.
Forse lo scarso appeal è dovuto al lato “repressivo” del vigile “multarolo” e zelante diffuso nell’immaginario collettivo che ormai non corrisponde più alla realtà dei nostri giorni. Oppure nell’impatto “emotivo” fievole e a volte bonario che evoca la figura del “pizzardone” romano o del “civich” torinese. A ciò si aggiunga anche la scarsa pressione a livello di lobby della categoria, priva di un solido,autorevole e unitario riferimento nazionale, penalizzata pure dalla parcellizzazione territoriale nei circa 8.100 comandi di comuni e province. E dire che la vigilanza urbana può vantare una tradizione ormai ultra centenaria, per fermarsi alla storia più recente.
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