Il capitano Blasi e Rosario sono due personaggi lontanissimi tra loro. E nelle prime due puntate de Le cose che restano non hanno avuto tanto spazio. Ma entrambi dimostrano una cosa: se il personaggio è ben costruito, se l'attore che lo interpreta è bravo, bastano poche scene per rimanere impressi nella memoria degli spettatori.
Dialogo tra il capitano Vittorio Blasi e Nora
- Stamattina, mentre venivo qua, pensavo che in fondo io... Io dopo l'ospedale volevo solo essere lasciato in pace, con la mia vita senza passato, un po' vuota, come tante. Ma i dottori sembrano pensare che un uomo non è un uomo se non ha memoria. Ma è proprio così? I bambini non hanno memoria, eppure sono felici, amano la vita più degli adulti. E anche la gente, le persone, i popoli, perché mai dovrebbero ricordare le violenze, le umiliazioni patite? A che cosa serve ricordare?
- Be', certe volte, ricordare momenti felici aiuta ad affrontare meglio i giorni del dolore.
- E ricordare i momenti non felici?
(Seconda puntata, minuto 22)
Dialogo tra Nino e Rosario
- Ma che te la fai con la proprietaria dell'appartamento?
- Sì.
- Non ti sei accorto che ha il doppio dell'età tua?
- Secondo te faccio male?
- È a lei che fai male
- Ti sbagli. A lei non faccio male. È sola.
- Glielo paghi l'affitto?
- Ultimamente no. Non pago perché non posso pagare. È come un debito, poi pagherò.
- Sì, ma per lei è come se glielo pagassi in quell'altro modo, capisci?
- No, non lo capisco.
- Va be', lasciamo stare. Affari tuoi.
- Tra l'altro, sì.
- Senti, Shaba è venuta stasera?
- Sì. Ha portato il registratore. L'ho messo lì.
- Oh, ti dà fastidio se scrivo? Riesci a dormire, sì?
- Io? Io se devo dormire dormo come un sasso.
- Certo. Il sonno del giusto.
- Che ti devo dire compa'. Questa è la mia vita.
(Seconda puntata, minuto 14)
Gli attori
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La fiction
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